J: Lettera con la quale si identifica la Colonna posta alla destra della porta d’accesso al Tempio massonico. Essa è l’inizio della parola sacra dei Compagni d’Arte, ovvero Jachin (versione latina) o Jakin (versione nordica), avente il significato di "ben saldo". Presso le Obbedienze nordiche viene tradizionalmente invertita l’attribuzione delle Colonne e delle relative parole sacre, per cui la Colonna "J" vi diventa attributo degli Apprendisti Liberi Muratori V. Colonne.

Jachin: Così sillabato rappresenta la versione latina, mentre secondo quella nordica è Jakin. Era stata in tal modo chiamata una delle colonne poste circa 3.500 anni fa all'ingresso del Tempio di Salomone, in Gerusalemme (v. Boaz). La Libera Muratoria ha adottato come simbolo operativo, che ne definisce la finalità, la costruzione del Tempio di Salomone, cui fa riferimento anche ritualmente, sia a livello Loggia che in quasi tutti i Corpi Rituali. Il fine ultimo della Massoneria è comunque la costruzione del tempio dell'Umanità. I Massoni tendono a lavorare la propria pietra grezza fin dall'apprendistato, per trasformarla in pietra cubica. Solo allora ogni pietra squadrata potrà far parte della costruzione. Evidente che in realtà si tratta di spogliare l'iniziato di ogni scoria profana residua, attraverso il lavoro assiduo che ognuno deve compiere su se stesso, avendo assimilato quanto ha appreso in Loggia lavorando fianco a fianco con i suoi fratelli. Adottati i principi massonici, li applica anche nella sua vita profana, al di fuori del Tempio, con coerenza estrema. È così che l'uomo libero e di buoni costumi, che è stato virtualmente iniziato diventando Apprendista, diventa Compagno d'Arte, acquisendo il diritto ad esprimere le proprie opinioni. Allorché i suoi Fratelli di Loggia constatano l'avvenuto completamento della sua opera, lo iniziano al grado di Maestro, che dovrebbe corrispondere all'Iniziazione reale. L'uomo è diventato Uomo. La sua maturazione è sufficiente per consentirgli di far parte della costruzione, con le altre pietre cubiche, con i suoi Fratelli. La Massoneria non rappresenta altro che la malta cementante quelle pietre, rendendo così saldo e compatto il Tempio dell'Umanità. Jachin è il nome della colonna dorica dei Compagni d'Arte della Loggia. Occorre rilevare che la tradizione delle obbedienze nordiche contempla l’inversione delle Colonne, per cui la "J" vi diventa Colonna e Parola Sacra degli Apprendisti Liberi Muratori.

Jahvé: Dall'ebraico Yhwh, esprime il nome proprio del Dio di Israele, rivelato a Mosé nel deserto del Sinai. Secondo Esodo 3, 14-15, significa «Egli è» (da hyh o hwh, essere). Tale appellativo, nelle forme abbreviate Yahu o Yah, era conosciuto nel Medio Oriente fin dal XX secolo a.C. (iscrizioni accadiche), e dal XIV (iscrizioni ugaritiche). I critici moderni credono che tale nome sia originario della terra dei Keniti, nell'estremo limite meridionale palestinese, per cui sarebbe stato noto agli Ebrei ancora prima dell'Esodo. In Esodo 6, 3 si dice però che i patriarchi conobbero solo il nome ‘El Sadai, Dio Onnipotente. L'esatta pronuncia non può desumersi dal testo biblico perché, evitata nel periodo dell'esilio, venne sostituita nella lettura rabbinica con la parola Adonai, Signore, come appare anche nella traduzione greca dei Settanta (v.). Da testi samaritani, la pronuncia sembra essere stata J., come è confermato anche dai primi Padri della Chiesa. In alcuni manoscritti del Mar Morto (v.), il Tetragramma è scritto in antica scrittura fenicia.  Y  (Esoterismo): Secondo la Qabbalah il termine viene pronunciato compitando lettera per lettera, ovvero jod, hè, vau, hè. In Alchimia i quattro segni indicano: Jod il principio creatore attivo, lo spirito maschile, la colonna J (v.), lo Zolfo (v.); indica la sostanza passiva, lo spirito femminile, il male in potenza, la colonna B (v.), il Mercurio (v.); Vau indica l'unione armonica dei due principi, il maschile ed il femminile, l'Azoto (v.); indica le espressioni generatrici del mondo fisico, la materializzazione del pensiero, il Sale (v.). Secondo il Ventura (Vie della Tradizione n. 11, 1973), «Geova e Jehovah sono termini errati con i quali convenzionalmente si indica Dio con un preteso nome ebraico. Il nome ebraico di Dio è solo il  divino, Jod Hè Vau Hè (Jhavéh), composto di quattro consonanti. Gli Ebrei, in ossequio ai comandamenti portati da Mosé nella sua discesa dal Sinai, per molti secoli si astennero dal pronunciarlo. Solo una volta all'anno il capo dei Leviti lo invocava, non pronunciando la parola intera ma scandendo le quattro consonanti nella loro trasposizione vocale. Quando si voleva nominare il nome di Dio, gli Ebrei lo chiamavano Adonai (Signore). Allorché i Masoreti posero le vocali tra le consonanti, indicarono erroneamente le vocali di Adonai, poiché non conoscevano esattamente la pronuncia del Tetragramma. Da tale errore masoretico, per lungo tempo le consonanti jod, hè, vau ed hè furono appoggiate alle vocali di Adonai, risultandone un ibrido pronunciato pressappoco Jehovah. In tal modo Jehovah o Geova restò ad indicare il nome ebraico di Dio, finché gli studi biblici approfonditi non consentirono di restituire al Tetragrammaton le vocali che veramente gli competono. Resta il fatto che il Tetragramma divino vada pronunciato consonante per consonante, a spiegazione tradizionale ed esoterica del suo significato, che certamente non può essere soltanto letterale».

Jainismo: Movimento religioso indù, noto anche come Giainismo (v.). Particolarmente approfondita la sua trattazione alla voce Massoneria e Jainismo (v.).

Jakin: Denominazione ebraica originale e nordica di una delle colonne poste all'ingresso del Tempio Di Salomone, in Gerusalemme (v. Jachin e Boaz). J. è il nome della colonna dorica dei Compagni d'Arte della Loggia massonica. Al riguardo occorre rilevare che la tradizione delle Obbedienze nordiche contempla l’inversione delle Colonne, per cui la "J" vi diventa Colonna e Parola Sacra degli Apprendisti Liberi Muratori.

Jehova: Forma filologicamente errata usata nella cultura europea dal XVI secolo in poi per indicare il nome divino ebraico. Viene anche scritto Jehovach o Geova. Risulta da una contaminazione tra le consonanti del tetragramma ebraico Yhwh (v. Jahvé) e le vocali dell’appellativo Adonay (v. Adonai), usato dagli Ebrei al posto di Jahvé.

Jerofante: Termine moderno con cui viene comunemente identificata la figura del Gerofante o Ierofante o Hyerophante (v.).

Jeroglifico: Nome dei caratteri figurati con significato simbolico in uso presso gli antichi egizi. Il termine deriva dal greco ieros (sacro) e glujw (inciso). Questa scrittura è definita ideografica, ed i caratteri sono anche denominati geroglifici (v.). Era già in uso al tempo della I dinastia faraonica (ca. 3200 a.C.), ed è costituita da figure stilizzate rappresentanti l'uomo e le sue azioni, vegetali, oggetti e materiali diversi, nonché varie forme geometriche.