Terra: L'Elemento Terra, come suggerisce il simbolo (un triangolo equilatero con vertice verso il basso, sbarrato orizzontalmente) raffigurato a fianco, rappresenta il flusso del Divenire che si arresta nel Microcosmo di colui che lo riceve come Acqua. Arrestandosi il flusso, si ferma la percezione del Divenire. Perciò il modo di essere associato alla Terra fa spostare maggiormente l'attenzione della coscienza sul tempo presente, e tende a far prevalere la presenza del Microcosmo individuale rispetto al Macrocosmo. La prevalenza incontrollata di un Microcosmo troppo individuale implica una reale difficoltà nella percezione delle veritiere relazioni con il Macrocosmo, in quanto un microcosmo individuale tende a percepire solo se stesso. In tal senso prende significato la tradizionale esortazione al superamento di ogni individualità profana. Tuttavia l'individualità profana non deve essere confusa con la centralità dell'Uomo, che rappresenta invece il giusto modo di porsi nei riguardi dell'esistenza e del Divenire. La Terra non è un Elemento dinamico. Non scorre, e quindi non può generare trasformazioni. Per Tradizione massonica la T. contraddistingue il Gabinetto di Riflessione, che è il primo stadio di prova dei neofiti. Considerando il fatto che la Terra combinata con l’Acqua da origine al Fango (v.), che rappresenta simbolicamente i metalli del mondo profano, per liberare da questi anche l’atmosfera del Tempio massonico si ricorre al Fumo (v.), combinazione di Fuoco ed Aria, attraverso la combustione di incenso (o miscele aromatiche particolari, come quella riportata alla voce Fuoco) prima dell’apertura dei Lavori. Di norma a tale bisogna provvede lo stesso Maestro Venerabile.

Terra promessa: Denominazione biblica della Palestina, riportata nel Patto di Alleanza fra Dio ed Abramo (v.) i cui è scritto "In quel giorno il Signore stabilì un patto con Abramo dicendo: "Io do alla tua progenie questa terra, dal torrente d’Egitto (Nilo) fino al gran fiume (l’Eufrate)"" (Genesi 15).

Teschio: Denominazione corrente del cranio (v.), ovvero delle ossa del capo umano. Unitamente a due tibie incrociate (v.), rappresentava l’emblema della guerra di corsa, praticata particolarmente nel corso del XVII e del XVIII secolo da corsari o pirati, marinai impiegati su navi segretamente equipaggiate da vari stati marinari (specie Spagna, Francia ed Inghilterra) per l’assalto di vascelli nemici. Il T. è un importante simbolo massonico, appartenente alla simbologia del Quadro di Loggia (v.) nel Grado di Maestro Massone.

Teschio del Destino: "Mio padre stava facendo degli scavi in America Centrale, nell'Honduras Britannico (l'attuale Belize). Scoprimmo le rovine di una città Maya, che, secondo lui avevano qualcosa a che vedere con Atlantide, per cui continuammo a scavare per sette anni. Poi, un giorno, tra le pietre, vidi qualcosa che scintillava. Era il mio diciassettesimo compleanno, e la cosa mi riempì di gioia". A parlare è una serafica vecchia signora che sembra uscita dai romanzi di Agatha Christie. Si chiama Anna Mitchell-Hedges, ed è la figlia adottiva di F.A.Mike Mitchell-Hedges, un personaggio molto popolare durante gli anni '20. Avventuriero inglese ambizioso e intelligente, Mike Mitchell-Hedges si spostò per anni tra le due Americhe, esercitando i più disparati mestieri, dal cow-boy al giocatore professionista, al rivoluzionario sotto Pancho Villa, all'archeologo. Frequentò indifferentemente il mondo dei miliardari e quello dei soldati di ventura. La cosa che scintillava, lo straordinario regalo di compleanno che riempì di gioia la giovane signorina Mitchell-Hedges, è uno degli oggetti più misteriosi mai rinvenuti durante uno scavo archeologico: il Teschio del Destino, un cranio a grandezza naturale scolpito in un unico, immenso blocco di purissimo cristallo di rocca, lavorato con incredibile perizia e precisione. Così l'anziana signora Mitchell-Hedges ha descritto il ritrovamento del teschio in un'intervista per la trasmissione televisiva inglese Il Mondo Misterioso di Arthur C. Clarke. Un racconto sbrigativo, quasi fiabesco. È dal lontano 1927 infatti, quando il teschio venne alla luce a Lubantuun, che Mike e Anna Mitchell-Hedges rifiutano di fornire qualsiasi altro particolare sul rinvenimento. In una sua voluminosa biografia, Danger My Ally (Tesori nascosti e Mostri marini) l'enigmatico avventuriero dedicò al prezioso manufatto solo poche righe. "Portammo con noi (in un viaggio in Africa) anche il Teschio del Destino di cui molto si è parlato. Ho buone ragioni per non rivelare come ne sono venuto in possesso". Seguiva una breve descrizione che insieme a questa frase venne tagliata nelle successive edizioni del libro. Secondo alcuni le ragioni vanno cercate in una complessa storia di contrabbando, e ad un teschio sistemato a bella posta tra le rovine, in modo di essere ritrovato al momento più opportuno. Nessun ricercatore è stato comunque in grado di affermare con sicurezza quando e da quale civiltà esso sia stato fabbricato. Secondo le poche notizie riportate dal già citato diario di Mitchell-Hedges padre, il teschio aveva 3600 anni, e veniva utilizzato dai Grandi Sacerdoti Maya per celebrare particolari riti magici. Ma l'origine ufficiale del popolo Maya è stimata intorno al 290 d.C., anche se alcuni archeologi ritengono che sia molto precedente, pertanto questa affermazione è dunque ritenuta improbabile. Gli esperti del British Museum fanno risalire il teschio alla civiltà Azteca, datandone la probabile origine intorno al 1300-1400 d.C. Cristo. Ma un manufatto Azteco non poteva trovarsi in una città Maya dislocata molte centinaia di chilometri più a sud. Non si sa neppure con quali strumenti il teschio sia stato costruito: è stata rilevata soltanto la probabile traccia di un acuminato scalpello. In tal caso, per costruirlo sarebbero stati necessari almeno centocinquant’anni di lavoro ininterrotto. A complicare questo già complicato mistero, esposto al Museum of Mankind di Barrington Gardens, a Londra, si trova un teschio gemello, identico a quello azteco, salvo che per un particolare. Infatti il teschio dei Mitchell-Hedges ha la mascella articolata, come in un cranio vero, mentre quello esposto al museo ha la mascella fissa. I ricercatori sono concordi nell'affermare che i due oggetti siano stati fabbricati dalle stesse mani: il cranio di Londra potrebbe dunque fornire quei lumi sulla loro comune origine che la caparbia signora Mitchell-Hedges si ostina a negare. Potrebbe; solo che anche di questo secondo, prezioso oggetto si conosce poco o nulla. Il Museum of Mankind lo acquistò da Tiffany's, il celebre gioielliere di New York, nel 1898, per la somma di centoventi sterline. I dirigenti di Tiffany's non furono in grado dare spiegazioni sulla sua provenienza. Corse voce che facesse parte del bottino ammassato in Messico da uno sconosciuto mercenario in un epoca imprecisa. Neppure un terzo teschio di cristallo esposto al Musèe de L'Homme di Parigi, identico nello stile agli altri due ma di dimensioni ridotte, può fornire informazioni particolarmente interessanti. Gli esperti del Museo affermano che faceva parte di uno scettro magico Azteco del XIII o XIV secolo d.C., e che veniva usato per tenere lontano i serpenti e per prevedere il futuro. Si dice che gli inservienti del Museum of Mankind abbiano chiesto all'amministrazione di coprire con un panno nero il loro Teschio of Doom per non vederselo d'intorno mentre fanno le pulizie. Doom è una parola inglese che viene comunemente tradotta con destino, in mancanza di termini più appropriati. In realtà significa davvero destino, ma in un'accezione malvagia, negativa e sinistra. È chiaro che un teschio, una testa di morto, per di più scintillante al minimo raggio di luce, non ha certo un aspetto allegro, e può incutere un superstizioso terrore in chi vi lavora accanto, magari da solo e di notte. Ma, a rincarare la dose, circolano racconti tenebrosi. C'è chi afferma di aver visto paurose immagini materializzarsi all'interno dei teschi; chi assicura di averli sentiti gridare; chi ha perso la ragione dopo aver fissato le loro orbite ipnotiche e vuote. Mitchell-Hedges asserì che, quando il teschio venne ritrovato, i lavoranti indigeni si inchinarono ad adorarlo, spiegando che esso era un loro dio, e poteva indifferentemente guarire da ogni male come causare una morte spaventosa. I più ritengono trattarsi solo di suggestioni, originate dal macabro aspetto delle sculture e dal mistero che circonda le loro origini; altri invece sostengono che tali reperti facciano veramente parte dell'inquietante categoria degli oggetti maledetti di cui pullulano le cronache di storia minore del mondo.

Tesoriere: Dignitario di Loggia per elezione. Oltre a riscuotere tasse e capitazioni, il T. è l’operatore che calibra e "carata" l’Oro che si forma nella Loggia. Si tratta di un prodotto paragonabile ad una Catena formata da un certo numero di anelli che, oltre ad avere determinate qualità elementali, hanno una certa preponderanza di caratteristiche metallico planetarie, secondo le analogie tradizionali, ovvero: Sole-Oro, Luna-Argento, Mercurio-Mercurio, Marte-Ferro, Venere-Rame, Giove-Stagno e Saturno-Piombo, con le relative implicazioni simboliche ed interiori. Il T. valuta il peso di tali metalli, onde preparare i Fratelli alla trasmutazione in Oro spirituale dei singoli, della Loggia e della Libera Muratoria Universale. Al termine dei Lavori rituali egli riceve dal Fratello Elemosiniere gli amalgami nuovi, formati di volta in volta, li pesa e li saggia, per poi precisare di quanti carati sia diventato il Tesoro di Loggia. Nel verificare la quantità di Piombo, Argento, Oro ecc., il T. constata l’arricchimento spirituale, individuale e collettivo. Nel consegnare poi simbolicamente i metalli al Maestro Venerabile, il T. pone il Primo Sorvegliante in condizione di dichiarare se tutti i Fratelli sono contenti e soddisfatti di quanto ricevuto. Allorché nella Loggia l’Oro è diventato di 24 carati, questo viene tesaurizzato, per essere poi speso a beneficio dei Fratelli, dell’Ordine e dell’Umanità. Si tratta ovviamente di beni spirituali, quindi soprattutto di pensieri, parole ed opere. Infine il T. fornisce con parsimonia di che pagare gli operai, cioè: · la mercede in natura (pane e vino) per gli Apprendisti, che non sono ancora in grado di amministrare da sé le proprie entrate; · il salario, in Argento per i compagni ed in oro per i maestri, secondo quanto essi hanno lavorato e prodotto per il proprio e l’altrui arricchimento interiore. Il T. custodisce e gestisce anche il Tronco della Vedova, elargendolo nel tempo e secondo le modalità disposte in merito dal Maestro Venerabile. Y (G.O.I.) Dignitario di Loggia, avente le seguenti funzioni: a) custodisce i fondi della Loggia che ne costituiscono il Tesoro; b) provvede alla riscossione delle capitazioni e di ogni altro contributo dovuti alla Loggia ed agli Organi del Grande Oriente d'Italia; c) dà corso ai pagamenti contro ordinativo del Maestro Venerabile; d) cura l'impiego del tesoro secondo i deliberati della Loggia in Terzo Grado; e) tiene in ordine ed aggiornate tutte le relative contabilità, e rimette periodicamente al Secondo Sorvegliante una nota dei Fratelli morosi verso il Tesoro di Loggia, specificando per ciascuno la causale e l'entità delle somme dovute; f) redige annualmente il rendiconto delle entrate e delle uscite. Le funzioni del T. non possono essere cumulate con quelle di Architetto Revisore (Art. 38 del Regolamento dell'Ordine).

Tessalonica, Editto di: Denominazione convenzionale dell’editto emanato dall’imperatore romano Teodosio I nel 380 d.C. Esso proibiva l’Arianesimo (v.) nei territori orientali dell’impero, e proclamava la validità del simbolo niceno. Nel 391 lo stesso imperatore proclamò il Cristianesimo religione di Stato. Nell’editto è detto che "Noi vogliamo che tutti i popoli retti dalla nostra clemenza partecipino a quella religione che fu trasmessa a Roma dall’Apostolo Pietro. Vogliamo che si creda in un solo dio sotto la specie di pia Trinità. Gli eretici si aspettino prima la vendetta di Dio, poi anche le nostre severe punizioni".

Testamento: Atto con cui un individuo dispone di tutto o di parte del proprio patrimonio a favore di terze persone, con effetto nel tempo successivo alla propria morte. Designa anche le due diverse parti della Bibbia, concernenti il Patto od Antico T., stretto da Dio con Israele, ed il Nuovo T., o Patto Nuovo, annunciato da Gesù Cristo, e comprendente i quattro Vangeli, gli Atti, le Lettere e l’Apocalisse. Y (Massoneria) Al profano in procinto d’essere iniziato, allorché si trova rinchiuso nel Gabinetto di Riflessione (v.), viene chiesto di redigere il proprio T., che è di tipo puramente filosofico. Si trova così a dover rispondere a tre distinte domande, riferite a Dio, a sé stesso ed al prossimo. Premesso che ogni rito è necessario alla creazione di un’atmosfera particolare, impregnante il subcosciente a cui dà potenza ed efficacia reali, e che l’uomo deve a sé stesso soprattutto la sincerità, il che non è semplice da attuare visto che l’uomo ama assumere parecchie personalità a seconda del ruolo ricoperto nei vari momenti della sua vita, ed anche della persona avvicinata od incontrata; nella fattispecie l’iniziando è aiutato ritualmente dall’Istituzione, ma egli deve rispondere alle domande con spontanea ed assoluta sincerità. Per muovere correttamente il primo suo passo, egli deve mostrarsi spoglio di ogni superficialità, pregiudizio ed artificiosità. Non facendolo, rispondendo per esempio com’egli ritiene che le sue affermazioni possano essere gradite a chi le legge, magari alla luce di quanto ha fino a quel momento appreso della Massoneria, egli renderebbe fittizia ogni azione successiva, compromettendo pesantemente la validità della sua stessa iniziazione. In tal caso la sua susseguente esperienza nella Libera Muratoria non potrà che risultare stupida, povera, dispersiva, inconsistente, pesante, e quindi soprattutto assolutamente inutile. L’atto iniziatico che avrebbe dovuto nobilitarlo non rappresenterà che tempo perso stupidamente.

Testamento dei 12 Patriarchi: Libro apocrifo dell’Antico Testamento, in cui i dodici figli di Giacobbe danno istruzioni ai loro discendenti, facendo considerazioni sulla virtù ed i vizi, sui due spiriti: il buono ed il cattivo, sulle due vie. Vi si fondono elementi leggendari, rituali, polemici ed escatologici. Conosciuto nella tradizione armena e slava, il libro è attribuito ad un giudeo del II-I secolo a.C., con interpolazioni cristiane. Tra i manoscritti delle grotte del Mar Morto (v. Qumran) ne sono stati trovati alcuni frammenti. Il suo contenuto morale, religioso ed escatologico è una delle fonti più importanti per la comprensione del messaggio di Gesù, ed uno dei migliori documenti dell’etica ebraica dell’epoca.

Testamentum Domini: Scritto anonimo del Nuovo Testamento, di cui non si conosce né l’autore (certamente un monofisita, v.) né l’epoca della sua composizione (forse il V secolo). Redatto in greco, ci è pervenuto in traduzione copta, siriaca ed araba. Raccoglie precetti ed insegnamenti per i fedeli e per gli ecclesiastici, attribuiti a Gesù. Tra l’altro vi è preannunciata la venuta dell’Anticristo (v.).

Testi delle Piramidi: Complesso di scritte in geroglifico che tappezza pavimento, soffitto e pareti della camera funeraria della piramide di Unas, un faraone della V dinastia che aveva regnato nell’antico Egitto dal 2356 al 2323 a.C. Erano scritti sacri, che si crede composti dai sacerdoti di Eliopoli alla fine del III millennio a.C., ma è certo che alcuni sono stati tramandati dai tempi predinastici (From fetish to God in Ancient Egypt, di E.A. Wallis Budge, Ediz. Oxford U.P., 1934). V. Piramidi, Testi delle.

Testimone: Termine che nel Tempio massonico identifica l’unica Luce (candela) accesa prima dell’apertura dei Lavori architettonici. È compito del Maestro Venerabile (o del Maestro delle Cerimonie se a tale compito è espressamente delegato) accendere il T., la cui fiamma servirà poi per l’accensione delle tre Luci minori del Tempio attraverso l’impiego di un attizzatoio a manico lungo munito di stoppino. Simbolicamente, essendo di norma prerogativa del Maestro delle Cerimonie lo spegnimento del T. dopo la chiusura dei lavori ed allorché tutti i Fratelli sono usciti dal Tempio, egli porta in sé la sacralità della Tradizione Muratoria, sacralità che ritornerà al T. stesso prima della successiva apertura dei Lavori.

Testimoni di Geova: Dall’inglese Jehovah’s witnesses, è la denominazione assunta nel 1931 dalla setta protestante International Bible Students, derivazione dell’avventismo e di ispirazione millenaristica, organizzatasi separatamente negli Stati Uniti nel 1872 ad opera del predicatore Christian T. Russelll (1852-1916), al cui successore J. F. Rutherford è dovuto il grande sviluppo del movimento. I T. di Geova (detti anche Russelliti) si contraddistinguono tra le altre sette d’origine calvinista per il radicale rifiuto che oppongono alle organizzazioni civili non religiose. Sul piano sociale essi rifiutano qualsiasi coinvolgimento politico, il servizio militare, il pagamento delle tasse e le trasfusioni di sangue. Sul piano religioso negano la dottrina della Trinità, l’immortalità dell’anima e la natura divina di Gesù Cristo. Essi attendono in un prossimo futuro il combattimento finale che opporrà, nella simbolica località di Armagheddon, le forze di Geova (del Bene) condotte da Gesù, a quelle di Satana. Al termine di quel conflitto, che vedrà la sconfitta definitiva delle forze del male, Geova stabilirà sulla terra il millennio della sua signoria (Regno di Geova). Sono caratterizzati dalla letterale ed ossessiva interpretazione di taluni passi della Bibbia, cui abbinano le "rivelazioni" profetiche dei loro fondatori, contenute in "tracts", libri, ecc. Protagonisti di un’attività missionaria molto attiva, intensa e capillare, esercitata da tutti i membri, sono presenti in tutto il mondo in numero di oltre tre milioni, sono strutturati in circa 30.000 congregazioni ben organizzate. Si avvalgono di un bollettino rivista, denominato "Torre di Guardia" che, tradotto in oltre cento lingue, è praticamente diffuso in tutto il mondo. La posizione dei T. di Geova nei confronti di qualsiasi società più o meno segreta non rientrante nel quadro del loro "Regno", è di assoluto ed incondizionato rigetto.

-Tetraktys: Serie dei primi quattro numeri, la cui somma è uguale a dieci. Secondo il Boucher, la T. per i Pitagorici aveva un carattere sacro, convalidato dalla formula "Lo giuro per colui che ha rivelato alla nostra anima la Tetraktys, che ha in sé la sorgente e la radice dell’eterna natura". Considerata in sé stessa, la T., con i numeri che la compongono, riassume tutti gli insegnamenti relativi al mondo creato: 1) Fuoco - Spirito creatore; 2) Acqua - Materia; 3) Aria - Unione dello Spirito con la Materia; 4) Terra - Forma creata. Nell’accessione unitaria è il simbolo della Decade, praticato nelle Camere dei maestri Architetti del Rito Simbolico Italiano. Lo stesso punto principale si sdoppia, si triplica e si quadruplica, senza degrado qualitativo, formando un triangolo in cui l’Unità è il vertice ed il Quaternario è la base. Comparando simbolismo numerico e simbolismo geometrico, scopriamo l’esistenza di un’analogia tra il Dieci ed il Punto entro il Cerchio, ovvero il Cerchio centrato, del grado di Maestro nella tradizione anglosassone. Infatti nella tradizione il valore numerico di un centro o Punto è uno, e quello della circonferenza è nove; tale simbolismo suggerisce l’ipotesi che la Decade rappresenti la perfezione relativa allo spazio-tempo circolare, ovvero l’immanenza divina. Nell’antica Schola italica la T. simboleggiava l’armonia universale e l’ascesa dal molteplice all’Uno. Ma più che nell’essenza la T. va considerata negli sviluppi dell’insegnamento pitagorico, negli sforzi che l’Umanità ha compiuto e compie per giungere alla Verità.

Tetramorfo: Termine di derivazione greca, avente il significato di quattro forme, che per consuetudine e tradizione indica la Sfinge (v.). Nell’apocalisse di san Giovanni si parla di quattro animali sistemati intorno al trono: il primo simile ad un leone, il secondo ad un vitello, il terzo ad un essere umano, il quarto ad un’aquila. Secondo Eliphas Levi (La Chiave dei Grandi Misteri, Ediz. Atanor, 1981), le corrispondenze sarebbero: Leone (Fuoco, Forza, Azione, Movimento); Toro (Terra, Lavoro, Resistenza, Forma); Uomo (Acqua, Conoscenza, Vita, Luce); Aquila (Aria, Intelligenza, Spirito, Anima). Per i Cristiani le quattro creature rappresenterebbero gli Evangelisti, ovvero: San Marco (Leone); San Luca (Toro); San Matteo (Uomo); San Giovanni (Aquila).

Teurgia: Termine derivato dal greco deoz, dio, ed eergon, opera, designa l’arte magica, sostenuta dal tardo neoplatonismo, di fabbricare statue animate e di costringere un essere divino ad incarnarvisi, agendo sulla simpatia presente nell’universo. In tal modo si riteneva possibile trasformare l’anima umana in qualcosa di immortale. Ignorata da Plotino (v.), la T. conobbe la sua massima fortuna con Porfirio, Proclo e Giamblico.

Tezcatlipoca: Nella mitologia tolteca ed azteca, T. è il dio malvagio della notte e del fulmine, fratello di Quetzalcoatl (v.) il buono. Era chiamato Specchio fumoso, ed era invidioso del fratello che invece ignorava del tutto superbia ed odio. T. fece di tutto per mettere il fratello in cattiva luce, non arrivando a sopprimerlo solo per timore della vendetta degli altri dei. 

Thor: Divinità del mito scandinavo nota anche con il nome di Donar, figlio primogenito di Odino e di Freya, dio del tuono, preposto al dominio dell'aria, dei venti, delle tempeste, ed arbitro della guerra.

Thoth: Divinità egiziana, con centro di culto ad Hermopolis Magna, capitale dell'Alto Egitto. Patrono delle scienze ed inventore della scrittura geroglifica (v.), era considerato Demiurgo dell'universo mediante la parola, che concretizzò quattro coppie divine costituenti l'Ogdoade ermopolitana. Raffigurato con corpo umano e testa di ibis, è presente nella scena della psicostasia (v.) mentre controlla il peso del cuore del defunto. Sposo di Maat (v.), fu arbitro della contesa tra Horus e Seth nella lotta per la successione di Osiride (v.). È la chiave di volta dell'edificio faraonico. Definito Grande antenato venuto dal paese di Punt, insegnò la scrittura agli abitanti di Kemit, consentendo il loro passaggio dalla preistoria alla civiltà. Il calamo di T. codifica il tempo, registra gli annali del doppio Paese, scrive la storia e le leggende, apre le strade dell'aldilà e dissimula i grandi segreti dietro i simboli. Questo dio potente prende le sembianze dell'ibis bianco e nero, della scimmia amadriade dai ritmi lunari e del triangolo equilatero nelle scuole dei Misteri che egli regge. Frequenta le cripte dei templi, e nulla insegna a quanti osano penetrarvi, ma svela loro la quintessenza del Mistero, le leggi che governano i mondi e gli enigmi dello stagno di fuoco. Egli apre la bocca per concedere la vita. Il dio T. ama solo i silenziosi, che sanno attendere anni prima di accedere nel suo tempio di Chmunu-Hermopolis Magna, dove i suoi scritti riposano in una cripta, sotto un grande blocco di purissimo lapislazzuli. "T. è dietro di me quando diventa scuro", mormora il sovrano Tutmosi a suo figlio, che compone inni per lui. "T. che calma l'Ujat, grande ciarlone, Aton d'argento, Augusto che governa questa terra, che giudica per suo padre Ra, signore della vita, Toro delle stelle, protettore delle parole divine". Il dio T. personifica l'Intelligenza cosmica, che dona la luce spirituale, l'Intelligenza pura al di sopra del mondo. Assimilato dai Greci ad Hermes (v.) e dai latini a Mercurio (v.), in epoca ellenistica fu trasformato in Ermete Trismegisto, avendo enorme fortuna nella letteratura originata dalla dottrina dal suo nome definita ermetica. "Io sono Thoth, primogenito di Ra, che ha formato Atum, nato da Khepri. Sono sceso sulla terra con i segreti dell'orizzonte" (Testo dei Mammisi di Edfu).